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12 dicembre pranzo in ss. annunziata “Basta morti nei nostri mari, basta cie e sfruttamento Solidarietà agli immigrati in lotta”
Castel Volturno e Rosarno, le rivolte nei CIE sempre più numerose e
organizzate, le lotte sul lavoro nelle cooperative del Nord Italia
nonostante i rischi di licenziamento e di conseguenza il rischio di
non veder rinnovato il permesso di soggiorno, le occupazioni prima
della gru a Brescia durante lo sciopero generale e poi della Torretta
in Via Imbonati a Milano: episodi che ci dicono quanto gli immigrati
si stiano rendendo protagonisti diretti delle lotte!
Per il 12 dicembre lanciamo a Firenze una giornata di solidarietà e
appoggio a tutti quegli immigrati che hanno scelto di lottare e non
piegarsi al ricatto del CIE, della clandestinità forzata a cui sono
costretti dai pacchetti sicurezza e dalla propaganda razzista che in
un periodo di così forte crisi sociale, politica ed economica si
alimenta di stereotipi, individua negli immigrati falsi nemici e
fomenta la guerra tra poveri.
Per gli immigrati che fuggono da guerre, miseria e persecuzioni (il
più delle volte prodotti proprio dai paesi nei quali emigrano)
affrontando viaggi lunghissimi che spesso pagano con la vita,
l’arrivo in Italia significa spesso clandestinità e sfruttamento.
Quella clandestinità che la legge Bossi-Fini e il pacchetto
sicurezza hanno ulteriormente accentuato privando gli immigrati di
diritti fondamentali: mobilità, lavoro, casa, residenza, pieno
accesso al servizio sanitario e istruzione. Quella clandestinità che
è l’anticamera dello sfruttamento. Gli immigrati, infatti, servono
ai padroni sempre ricattabili, sempre sull’orlo della
clandestinità. Vengono sfruttati nel lavoro nero in attesa di una
sanatoria o di un decreto flussi che li regolarizzi. Ma anche quando
questo avviene, se perdono il lavoro e vengono estromessi dal ciclo
produttivo, ripiombano nella clandestinità.
I Cie sono uno degli strumenti principali di questo meccanismo. Nei
Cie vengono rinchiusi gli immigrati che non hanno un regolare permesso
di soggiorno. Si finisce in una realtà fatta di mura di cinta e
sbarre senza diritto di difesa, senza un processo, per un reato
amministrativo in una quotidianità fatta di privazioni, umiliazioni e
pestaggi. Di tutto ciò si rendono complici associazioni e cooperative
che speculano sulla paura come Misericordia, Croce Rossa Italiana e
Lega Coop alle quali vengono appaltati i “servizi” di gestione dei
CIE stessi. Proprio per denunciare questa complicità come
ToscanaNOCIE già da adesso lanciamo la mobilitazione anche per il
17-18 dicembre che si svilupperà a livello regionale davanti alle
sedi della Croce Rossa. Quella Croce Rossa che secondo il Ministro
Maroni dovrebbe assumere la gestione di tutti i CIE d’Italia.
Le condizioni dei rifugiati, richiedenti asilo e titolari di
protezione umanitaria non sono migliori. Arrivati in Italia, vengono
rinchiusi nei Cara, centri d’accoglienza per i richiedenti asilo, che
in molte città d’Italia sorgono accanto ai Cie e che con i lager per
immigrati condividono il controllo poliziesco, gli enti gestori, la
mensa: i rifugiati hanno diritto a qualche uscita in più, ma la
sensazione di vivere in un carcere è la stessa.
Riteniamo inoltre che le lotte sviluppatesi in questi mesi, parte
integrante della lotta di classe in questo paese, debbano
necessariamente estendersi superando le richieste, giuste e legittime,
ma pur sempre parziali di una sanatoria che rischia di essere uno
strumento di ulteriore divisione e frammentazione oltre che di
ricatto, proprio in funzione del suo legame con le condizioni di
sfruttamento che questa società e questo modo di produrre impongono.
A questa realtà non corrispondono scorciatoie o facili scappatoie. L
’unica via d’uscita corrisponde ad una lotta organizzata e
indipendente che sappia farsi carico di azioni solidali con le rivolte
interne ai CIE fino alla loro chiusura e l’opposizione ai tentativi
di espulsione e di deportazione, che si allarghi alle scuole, ai posti
di lavoro e ai quartieri.
Per questo il 12 dicembre, in piazza Santissima Annunziate dalle ore
12,30 pranzo popolare, musica e interventi per dare la parola a chi
direttamente si rende protagonista delle lotte.
Alle ore 15.30 corteo con partenza da Piazza S.Marco.
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Sangue verde: grazie a tutti per la bella serata!!
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Sangue verde: anteprima fiorentina del documentario di Andrea Segre
La voce dei braccianti africani che hanno manifestato a Rosarno contro lo sfruttamento e la discriminazione. 7 volti, 7 storie e un’unica dignità.
Gennaio 2010, Rosarno, Calabria. Le manifestazioni di rabbia degli immigrati mettono a nudo le condizioni di degrado e ingiustizia in cui vivono quotidianamente migliaia di braccianti africani, sfruttati da un’economia fortemente influenzata dal potere mafioso della ‘Ndrangheta. Per un momento l’Italia si accorge di loro, ne ha paura, reagisce con violenza, e in poche ore Rosarno viene “sgomberata” e il problema “risolto”. Ma i volti e le storie dei protagonisti degli scontri di Rosarno dicono che non è così. Scovarle e dare loro voce è oggi forse l’unica via per restituire al Paese la propria memoria: quella di quei di giorni di violenza e quella del proprio recente quanto rimosso passato di miseria rurale.
Giovedì 28 ottobre per la prima volta a Firenze verrà il documentario di Segre verrà proiettato in pubblico e commentato insieme ad alcuni lavoratori di Rosarno. L’appuntamento è allo spazio interculturale italo-somalo Kulanka in via Luca Giordano 4 alle 21.30. Apertura alle 19.30 con apericena somalo.
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15 luglio in piazza indipendenza contro i respingimenti
GIOVEDì 15
LUGLIO ALLE 21 IN PIAZZA INDIPENDENZA
SERATA DI
INFORMAZIONE CONTRO I RESPINGIMENTI:
LE TORTURE
E LE VIOLENZE NELLE CARCERI LIBICHE RACCONTATE DA CHI L’HA SUBITE PRIMA
DI RIUSCIRE A SCAPPARE
Da giorni gli appelli dei 250 eritrei
rinchiusi nella prigione di Brak, in
libia, ed esposti ad ogni tipo di
violenza e al rischio di morte stanno
raggiungendo l’Italia e cercando di
risvegliare le nostre coscienze. Le torture e le violazioni subite da
queste persone legittimamente in fuga da guerra e persecuzione non sono
un caso isolato. Che la libia sia un paese non democratico e senza alcun
rispetto dei diritti fondamentali della persona umana è una realtà che
solo per convenienza e calcolo i governi europei fingono a volte di
dimenticare. Quelle torture, quelle violenze, ci raccontano però,
soprattutto, della disumanità e dei crimini contro la vita umana di cui i
governi italiani degli ultimi anni si sono macchiati delegando alla
terra di Gheddafi la gestione di migliaia di profughi, ovvero il potere e
l’arbitrio assoluto su migliaia di esseri umani inermi e titolari di
diritti fondamentali come quello di chiedere e ottenere
asilo politico. I respingimenti definiti
con crudeltà e ipocrisia da maroni come "una grande vittoria contro
l’immigrazione clandestina" sono solo l’ultimo atto di una storia di
complicità e ridefinizione di equilibri politici ed economici che ha
usato e continua ad usare il corpo vivo dei migranti come moneta di
scambio, la vita delle persone come una merce qualunque. Tutto ciò è
avvenuto e sta avvenendo ad opera del governo italiano con un cinismo e
un’indifferenza degni dei periodi peggiori del novecento europeo. Con i
respingimenti verso la libia la classe politica al potere in italia sta
dichiarando a gran voce che la vita umana non vale nulla, specie se si
tratta di quella di persone considerate ormai sotto-uomini. i
richiedenti asilo come tutti gli altri migranti sono stati stigmatizzati
e criminalizzati da leggi come quella sul reato di immigrazione
clandestina e da decenni di razzismo istituzionale che ha imbarbarito
questo paese e i suoi cittadini. Restare in silenzio mentre le donne,
gli uomini e i bambini respinti dall’Italia stanno morendo in
Libia significa rendersi complici di
questa vergogna. Salvare le centinaia di persone che stanno morendo in
Libia, anche a causa delle politiche migratorie italiane, significa
lottare per i diritti e le libertà di tutti, per il diritto di ognuno di
noi di vivere in un paese civile.
I RICHIEDENTI ASILO
SOMALI E ERITREI CHE VIVONO (NELLA PRECARIETÀ) NEL CAPOLUOGO TOSCANO
HANNO DECISO DI ROMPERE LA CORTINA DI SILENZIO SULLA MATTANZA CHE VEDE
VITTIME CENTINAIA DI GIOVANI, UOMINI E DONNE NELLE PRIGIONI LIBICHE.
GIOVEDI’ 15 LUGLIO DALLE ORE 21 APPUNTAMENTO COLLETTIVO IN PIAZZA
INDIPENDENZA PER UNA SERATA DI INFORMAZIONE, DI TESTIMONIANZA, DI
PROIEZIONE VIDEO SULLA INFAME CONDIZIONE DEI RICHIEDENTI ASILO IN LIBIA,
SULLE POLITICHE DEI RESPINGIMENTI E DELLE COMPLICITA’
TUTTE E TUTTI GLI
ANTITRAZZISTI SONO INVITATI A PARTECIPARE!
Posted in Generale
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